Giorgio De Vincenti (1944), professore ordinario di Cinema, Fotografia, Televisione, ha insegnato Estetica del cinema e dei media all'Università Roma Tre, dove ha diretto per dodici anni il Dipartimento Comunicazione e Spettacolo (2001-2012). Nella sua direzione ha operato in particolare alla “terza missione”, il trasferimento tecnologico che si realizza nel rapporto tra università, territorio e mondo del lavoro. A questo scopo ha creato il Centro Produzione Audiovisivi del Dipartimento, che ha prodotto più di cento documentari di carattere socio-politico e antropologico. Girati da professionisti, questi video hanno ricevuto numerosi premi in diversi festival internazionali. Ha curato e realizzato video sul cinema. Regista di documentari per la RAI (1969-1981), ha vinto nel 1979 il Premio Europeo per il Documentario Didattico. Ha ricoperto molteplici incarichi istituzionali sia nel proprio Ateneo sia nel Ministero per i Beni e le Attività culturali. Per il Ministero degli Affari Esteri ha curato la “Settimana del cinema algerino” (1984) e la “Settimana del cinema jugoslavo” (1986). Laureato in Diritto Costituzionale oltre che in Teatro e Spettacolo, ha ideato, prodotto e realizzato nel 1995 il video didattico “Intellettuali per la costituzione”, con Tina Anselmi, Luigi Maria Bettazzi, Sabino Cassese, Biagio De Giovanni, Tullio De Mauro, Vittorio Foa, Emilio Garroni, Sergio Quinzio, Stefano Rodotà, Gian Enrico Rusconi, Luciano Violante, Gustavo Zagrebelsky. Membro della Commissione di selezione dei film della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2010 e 2011). Membro di consigli direttivi di riviste specializzate e di centri di studio italiani ed europei, è cofondatore della rivista "Imago. Studi di cinema e media". E’ stato docente e relatore in dottorati in Francia e in Germania. Ha pubblicato numerosi saggi in Italia e all’estero, recensioni critiche e voci enciclopediche, anche per l’Enciclopedia Treccani, tra le quali Cinema e Web (IX Appendice). E’ autore di diversi libri di teoria del cinema e storia della critica (due dei quali, sui “Cahiers du cinéma” e sul concetto di “modernità” nel cinema, sono stati premiati) e di una monografia su Jean Renoir. Ha anche curato libri collettanei. I suoi studi vertono sull'estetica, la teoria del cinema e dei media, l'analisi dei film, con particolare riferimento alla definizione teorica e storiografica dello “stile moderno”. Nei suoi scritti si è preoccupato di armonizzare la teoria e l’estetica del cinema con il suo valore sociale, antropologico, politico; e di coniugare il rigore metodologico con l’interdisciplinarità, che considera come il principale contributo della settima arte alla storia del pensiero.