Cosa è cambiato, dal punto di vista dell’accesso del cittadino alla conoscenza, dopo la desecretazione e la digitalizzazione degli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta presiedute da senatori e anteriori al 2001? Come ha inciso questa decisione sul lavoro di ricerca della verità portato avanti da studiosi, giornalisti e parenti delle vittime di stragi e attentati? Qual è la differenza tra segreto funzionale e segreto eteronomo? Come si stanno muovendo i parlamentari promotori dell’iniziativa per ridurre, dopo aver eliminato il segreto funzionale, anche il numero di atti coperti da segreto eteronomo?

Filosofia in Movimento, nell’ambito del progetto “Libertà di informazione e diritti umani” (in collaborazione con Bridges for Media Freedom, rappresentato da Sara Chessa), ne ha parlato con il senatore Gianni Marilotti, che – in qualità di Presidente della Commissione per la Biblioteca e per l’Archivio storico del Senato – ha guidato i passi chiave del progetto desecretazioni e formulato una proposta pratica per porre rimedio ai meccanismi che ostacolano la rimozione del segreto da ulteriori 137.000 pagine ancora non a disposizione di storici e cittadini. Con lui abbiamo parlato anche della gravità del caso Julian Assange e delle iniziative in corso tra parlamentari di diversa area politica per monitorarne gli sviluppi.