Fratelli tutti
A cura di Debora Tonelli
A partire dalla enciclica papale Fratelli Tutti e dal Documento sulla fratellanza Umana per la pace Mondiale e la convivenza Comune del 2019 redatto a seguito dell’incontro tra papa Francesco e l’imam al-Tayyeb, abbiamo dato vita a una riflessione tra studiosi laici per un confronto che non resti solo dentro la “questione interreligiosa” ma coinvolga ogni cittadino del mondo.
Con la parola “fratello” possiamo indicare sia un legame di sangue particolarmente intimo sia un legame di amicizia così profondo da rimandare a un legame fraterno. L’ultima Enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti! riflette sulle sfide contemporanee alla luce del paradigma della fratellanza.
Il titolo dell’Enciclica riprende un’espressione usata da San Francesco di Assisi, cui il Pontefice si ispira, per iniziare un dialogo su alcune tendenze del mondo contemporaneo. La fratellanza diviene così il banco di prova, il paradigma a partire dal quale è possibile verificare lo stato di salute del nostro mondo in ambiti molto diversi tra loro. La politica, la cultura dello scarto, la gestione dei migranti, la comunicazione sono quattro macro aree in cui Papa Francesco riflette non solo sul significato della fratellanza, ma sulla sua possibilità di attuazione.
Coloro i quali ritengono la parola “fratello” troppo legata a un linguaggio pastorale ed ecclesiastico, possono facilmente tradurla in “cittadinanza” o “cittadinanza globale” a partire dalla visione globale proposta dal pontefice, nel senso di considerare ciascun essere umano come avente la stessa dignità e, quindi, anche lo stesso peso, all’interno dei dibattiti sulle sfide contemporanee. “Cittadinanza” si caratterizza allora come termine pre-politico (e pre-religioso), qualificandosi a partire dalla concezione dell’essere umano che precede ogni successiva riflessione sulle forme di governo e sulle scelte pratico-amministrative dei governi. Del resto, ogni forma di governo si basa su una determinata concezione dell’essere umano, anche quando non venga esplicitata. Pertanto, la possibilità di tradurre l’esperienza della fratellanza in una concezione della cittadinanza costituisce di per sé una sfida nella misura in cui esclude la possibilità che altri criteri (politici, giuridici, economici) possano contribuire a determinare a priori chi sia un “cittadino”. Essere “cittadino del mondo” viene prima ed è qualcosa di più che abitare un preciso contesto geopolitico. Prima di immaginare una cittadinanza ideale, la sfida di questa proposta è tutta nello sforzo, lasciato al lettore, di riflettere sulla possibilità di modificare paradigmi di scelte, criteri di giudizio, gerarchia di priorità. Le domande, mai esplicitate nell’enciclica eppure sempre sottintese, sono: chi è l’essere umano? come mi colloco io in questa sfida? Ovvero, quali sono le mie priorità nella trama degli interessi che si dibattono nello spazio pubblico? Come mi relaziono non a quegli interessi, ma alle persone?
Non si può cambiare il mondo solo modificando le procedure, ma è necessario interrogare noi stessi e modificare il nostro modo di pensare e di relazionarci. L’obiettivo non è la costruzione di una cittadinanza ideale, ma il raggiungimento della piena consapevolezza che il momento storico attuale richiede un cambio di paradigma radicale e ciò è sufficiente per attribuire all’essere umano contemporaneo la responsabilità per il mondo che consegnerà alle generazioni future.
La fratellanza: perimetri ideologici, vincoli biologici, principi giuridici
Sembra ora operazione comoda quanto un esercizio di stile contestare lo spirito e i contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948), ritenendola espressiva del sentire dei vincitori di guerra (peraltro, vincitori, sullo scacchiere globale, non sempre con comportamenti specchiati) o, al più, alla stregua di un atto a malapena costitutivo di una nuova rappresentazione istituzionale della comunità internazionale
Dalla crisi di senso alla ricerca di un valore trascendentale del concetto di fratellanza. (Ancora illuminismo in tempi difficili)
L’Enciclica Fratelli Tutti e il Documento sulla «fratellanza umana per la pace mondiale e convivenza comune», sono due testi che contengono una richiesta esplicita di dialogo e di riflessione per tutti gli intellettuali, i filosofi, artisti e uomini di cultura di tutte le parti del Globo, e questo invito, fatto da papa Francesco e dal grande imam al-Tayyeb, merita un serio impegno da parte di tutti nel corrispondere, con la riflessione e la critica, a un atto che ha innescato nel cuore di molti un anelito di cambiamenti circa l’idea di convivenza umana.
La fraternité del 1793 e la «fratellanza». Differenze e compatibilità filosofiche, sull’enciclica di papa Bergoglio.
Il motivo conduttore dell’Enciclica papale «Fratelli tutti» (2020) è la ripresa di una tematica classica nella tradizione politica rivoluzionaria moderna, a partire dalla grande Rivoluzione del 1789, passando per la costituzione del 1848, fino alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino di un secolo successiva (1948).