Dal modello piramidale a quello reticolare, il Potere ha cambiato la sua forma, modificando, nella sostanza, tanto gli “apparati” moderni del potere istituzionale quanto i soggetti coinvolti. Viene meno la categoria giuridico-politica di “soggetto legittimo” all’interno di ordinamenti costituiti; con la “rete” si è davanti ad una nuova configurazione del potere: non più agire di “soggetti” ma sviluppo di intersezioni (“nodi”) tra forze effettive capaci di negoziare equilibri. La rete include ed esclude: l’essere fuori dalla rete consente un plus di libertà, che però coincide con una sorta di anonimato sociale e, quindi, a scapito di interessi (non solo economici), che, invece, solo coloro che dimorano “nella” rete possono di fatto coltivare. In questo contesto, la governance della complessità prende il posto dell’ordinamento giuridico, segnando una cesura epocale verso un mondo ove non operano, perché non sono comprensibili, le categorie “razionali” sulle quali si è costruita la modernità, inclusa financo quella che è stata denominata “post-modernità”.