Esercitare il pensiero

(un progetto per la scuola)

di Antonio Coratti

Filosofia in movimento entra nelle scuole con il Progetto “Esercitare il pensiero”, dedicato espressamente agli studenti dei licei di tutta Italia. Il progetto è nato tre anni fa con l’obiettivo di aprirsi ai giovani cercando, da una parte, di comprenderne il mondo e, dall’altra, di coinvolgerli nei discorsi filosofici che il nostro gruppo di ricerca porta avanti da anni. Questo duplice processo non può che svolgersi all’interno di un dialogo continuo che incentivi la ricerca di nuovi modi di “fare” filosofia, di nuovi spazi in cui costruire l’incontro e da cui far emergere un approccio critico adeguato per rispondere alle sfide della complessità contemporanea.

Gli obiettivi principali del progetto:

  • Coinvolgere i ragazzi nel discorso filosofico attuale, mettendo in movimento il loro spirito critico
  • Fornire strumenti interpretativi utili per orientarsi nella complessità del mondo attuale
  • Instaurare un primo contatto con il mondo accademico e della ricerca universitaria
  • Favorire l’instaurazione di un dialogo aperto e continuo con i nostri autori attraverso il sito dell’Associazione, e la nostra pagina Facebook.

LA DEMOCRAZIA DEL PERICLE DI TUCIDIDE

La democrazia, più che una dottrina politica, si configura per Pericle come una forma di vita le cui parti si rinviano tra loro con ampiezza e coerenza. Si può pertanto anche dire che rilevanti sono nei discorsi fatti dire a Pericle non tanto le leggi quanto i costumi. E se proprio vogliamo evocare le leggi, saranno piuttosto gli agraphoi nomoi ricordati, come indefettibili regole consuetudinarie, nell’Orazione funebre di Pericle (II 34 sgg.), entro un dibattito che si era intensificato tra VI e V secolo. Queste leggi, che abbracciano – com’è noto dalla figura di Antigone e segnatamente dalla lettura datane da Hegel – cielo e terra, sono le più indicate a esprimere il carattere globale della democrazia di Pericle, cui nulla di umano è estraneo, nel pregnante coinvolgimento di privato e pubblico, gli ambiti entro cui la vita si dipana.

Il mio Congresso mondiale di Filosofia: riflessioni dopo l’articolo di Marcello Veneziani

Dal 1 al 8 Agosto si è svolto a Roma il XXV congresso mondiale della filosofia. L’evento è stato molto seguito dai Media tradizionali e ha riscosso molta attenzione sui social network. Critiche e lodi si sono alternate secondo le differenti sensibilità dei vari opinionisti. Come al solito il clamore è durato solo durante lo svolgimento del Congresso, subito dopo tutto si è perso nelle chiacchiere estive. Tra i tanti commenti è risultato singolare quello del grande filosofo Marcello Veneziani, che è stato in grado di esprimere giudizi definitivi già il quarto giorno dell’apertura del Congresso, mostrando incredibili doti divinatorie. Noi abbiamo, molto più umilmente, accolto la testimonianza della professoressa Zuccarello che ha partecipato (come uditrice) tutti i giorni e, dopo la dovuta riflessione, ci ha mandato un resoconto pacato e preciso di questo importante evento scientifico. Secondo Veneziani Roma è «una città propensa alla trippa più che alla gnoseologia», e il tema «“la filosofia oltrepassa i confini”, che è l’acqua calda del nostro tempo» un inutile passatempo terzomondista. Non chiediamo a un tale intellettuale di leggersi i paper di tutti e cinquemila relatori prima di esprimersi, ma ci chiediamo se un minimo di riflessione sia ancora necessaria per esprimere giudizi su questioni a lui sconosciute. Roma è una città che per millenni ha espresso filosofia, diritto e letteratura, l’Università «Sapienza» è in attività da 721 anni, la Trippa è ottima e tutto questo basta per fare della Capitale il posto giusto per il Congresso Mondiale della Filosofia.

Amore, sì. Ma che tipo di amore? Le molte forme di amore che influenzano la nostra vita.

Nel libro Fedone, Socrate osserva che il desiderio (Imero) crea una gabbia in cui il prigioniero è “il principale esecutore del suo incatenamento”. Talvolta l’Amore, quello animato da un forte desiderio, può essere sentito come una gabbia che abbiamo costruito per noi stessi. Altre volte, se aggiungiamo un po’ di Armonia (la dea dell’armonia) a Imero (desiderio ardente), possiamo ottenere esattamente ciò di cui abbiamo bisogno.

Amore o proiezioni?

Lacan userebbe la nozione di limite per descrivere l’amore. “L’amore è dare ciò che non possiedi”, dice. Ci innamoriamo delle persone che completano i nostri difetti. La vita del nostro partner rappresenta per noi un esempio per lavorare sulle nostre parti incompiute, per superare i nostri difetti, e alla fine completarci. Dichiarare il nostro amore per qualcuno ci rende vulnerabili perché nel dire “ti amo” io dico ciò che non sono ancora e ciò che ancora mi manca per diventarlo: io cerco di dare ai miei partner proprio quello che non ho.

Oltre la libertà… di “essere sudditi” (parte II)

La società interconnessa è una società ipercomplessa, in cui il trattamento e l’elaborazione delle informazioni e della conoscenza sono divenute le risorse principali. Alla crescita esponenziale delle opportunità di connessione e di trasmissione delle informazioni (che costituiscono fattori fondamentali di sviluppo economico e sociale) non corrisponde tuttavia un analogo aumento delle opportunità di comunicazione, da noi intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza che implica pariteticità e reciprocità (inclusione).