Pubblicati da Bruno Montanari

“CHI DORME NON PIGLIA PESCI”

Il rapporto CENSIS, che i media hanno diffuso, rende noti alcuni dati tristemente significativi sullo stato dell’“ambiente umano” italiano. Sì, “ambiente umano” e non “società”, perché l’interrogativo che emerge come conclusione dell’analisi Censis è: esiste ancora un tessuto umano definibile “società italiana”?
In questo rapporto hanno avuto un notevole richiamo l’aggettivo “sonnambuli” e la caratterizzazione “incapacità di reazione”.Poiché un rapporto testimonia ciò che è già in atto, la prima questione è chiedersi: come “siamo fatti” oggi? In altre parole, poiché i comportamenti umani sono il prodotto delle abitudini mentali, cioè del “funzionamento della testa” delle persone in genere, il punto è come sta “funzionando la testa” degli italiani e, in particolare, di quelle generazioni anagrafiche che oggi costituiscono l’immagine statisticamente esplicativa.

Sorvegliare e punire

C’è da chiedersi come sia venuto costituendosi un ambiente umano così divaricato tra obbedienti paurosi e trasgressori menefreghisti. Azzardo una spiegazione: la scarsa credibilità delle Istituzioni, in quanto tali, mentre determina la trasgressione facile, all’opposto, induce alla obbedienza non per stima politica, ma per pura paura. Ne restano fuori tutti coloro che, consapevoli della entità della situazione, vorrebbero vivere una condizione di autodeterminazione responsabile senza paura e senza sorveglianza.

Linguaggio e realtà

“lockdown”: Parola che viene utilizzata dai giornalisti, e dai media in generale, poiché in una sola parola si veicola un messaggio semplice: “stare a casa”; e ciò avviene con una leggerezza che sembra essere inconsapevole del suo autentico significato e della realtà cui si riferisce nella lingua originaria.
C’è un semplice modo di tradurre in italiano: “confinamento”.

Non per governare, ma per andare al governo. A proposito di democrazia rappresentativa

Globalizzazione economico-finanziaria e neo-liberismo hanno determinato nelle economie avanzate l’affermazione di potentati di puro fatto, che ha messo nel nulla il nesso politica – diritto, sia a livello planetario, sia a livello interno ai singoli Stati nazionali, orientando anche la gestione delle entità sovranazionali. di Bruno Montanari articolo già pubblicato sulla rivista on line www.giustiziainsieme.it […]

VIDEO – Bruno Montanari, Quarto potere e oltre. Ripensare la politica

Le tecnologie digitali determinano una vera e propria mutazione antropologica. In un tale, inedito, contesto, dove è venuta meno ogni mediazione tra il mondo dell’Io e il configurarsi di un Noi sociale, è ancora possibile una efficace rappresentanza politico-parlamentare fondata sul suffragio universale? Questo interrogativo appare politicamente assai scorretto, perché viola ogni retorica democratica.

Jus soli “bene comune”

Nel dibattito ordinario, politico, giuridico, genericamente sociale e mediatico, quello che tocca la sensibilità del senso comune, lo jus soli è visto come quel sistema diritti che spettano ad una persona in quanto riconosciuta, a tutti gli effetti, “cittadino” dello Stato. Tuttavia, è proprio questa configurazione che scatena quelle polemiche, quelle aspre controversie, che giungono fino al danno fisico, che segnano la nostra vita quotidiana in conseguenza del fenomeno migratorio.

Politica 4.0

Ho fatto questa rapidissima rassegna di termini carichi di cultura, per arrivare ad una riflessione: la “categoria” politica denominata “sinistra” è strettamente legata all’esistenza storico-interpretativa di un soggetto collettivo che acquista identità e vita per mezzo della materialità del lavoro consistente nel posto fisso in un luogo determinato: la fabbrica. Anche la “destra”, quella meritevole storicamente di questo nome, è legata alla stessa materia costitutiva ed alla esistenza della borghesia. Solo che le due vicende sono divenute, nei decenni recenti, diverse. La “destra” può ancora essere evocata con qualche riferimento, più che altro retorico, per la ragione che ciò che è ancora vivo e vitale è il nesso “capitale-profitto”.

Conflitto di interessi e Stato di diritto

Perché mettere in relazione “conflitto d’interessi” e “Stato di diritto”? Per la ragione che il conflitto di interessi non riguarda solo Berlusconi e simili. E’ una situazione a più ampio spettro. Essa non si realizza solo nella mescolanza di interessi economici privati e funzione politica (caso emblematico Berlusconi, appunto), ma prende corpo ogni qual volta un soggetto, portatore di uno specifico interesse privato (non solo economico, ma semplicemente “di parte”, cioè “parziale”), occupando, allo stesso tempo, una posizione pubblica, che gli conferisce un potere tale da incidere sugli interessi generali della collettività, opera in modo da subordinare quest’ultimo (l’interesse generale) al soddisfacimento del primo (l’interesse di parte).

La Politica al tempo dei Robot ovvero si dà ancora un “Principio speranza”?

Perché ho ricordato il titolo di un famoso testo di Ernst Bloch? Per una questione seria che balza immediatamente agli occhi: quella dell’ampliarsi della forbice sociale dipendente dal modo in cui l’operare dell’attuale capitalismo, che definirei sinteticamente tecnologico-finanziario, va configurando il mondo del lavoro. Il che significa avere di fronte agli occhi la “condizione umana”, divenuta strutturalmente precaria, di una marea di umanità che è sottopagata, marginalizzata o del tutto emarginata, che non è più in grado di vivere dignitosamente il suo “oggi” e di concepire un futuro come una possibilità della vita. Comincio con il ripetere ciò che viene tritato ogni giorno da tutti i media: che la Sinistra è in crisi ovunque in Europa