Pubblicati da Redazione

La C.I.A. e Lukács

La questione più controversa per coloro che in varia misura si interessano a Lukács è, senza alcun dubbio, prendere posizione rispetto al presunto carattere stalinista del suo pensiero. Scrivo “presunto” perché confesso, fin dall’inizio, che non sono affatto convinto dell’esistenza di un carattere stalinista del pensiero di Lukács. Non nego che abbia avuto qualche rapporto con lo stalinismo, essendo vissuto dal 1933 al 1945 in Unione Sovietica e dal 1945 al 1971 in Ungheria.

Oltre la libertà… di “essere sudditi” (parte II)

La società interconnessa è una società ipercomplessa, in cui il trattamento e l’elaborazione delle informazioni e della conoscenza sono divenute le risorse principali. Alla crescita esponenziale delle opportunità di connessione e di trasmissione delle informazioni (che costituiscono fattori fondamentali di sviluppo economico e sociale) non corrisponde tuttavia un analogo aumento delle opportunità di comunicazione, da noi intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza che implica pariteticità e reciprocità (inclusione).

L’educazione alla complessità per una cittadinanza inclusiva (Prima parte)

La tecnologia è entrata a far parte della sintesi di nuovi valori e di nuovi criteri di giudizio, rendendo ancor più evidente la centralità e la funzione strategica di un’evoluzione che è culturale e che va ad affiancare quella biologica, condizionandola profondamente e  determinando dinamiche e processi di retroazione (si pensi ai progressi tecnologici legati a intelligenza artificiale, robotica, informatica, nanotecnologie, genomica etc.).

E. Dussel, Le metafore teologiche di Marx, Inschibboleth edizioni 2018

“Le metafore teologiche di Marx” del filosofo e teologo latinoamericano Enrique Dussel ci pone sin dal titolo di fronte ad una contraddizione: non siamo forse abituati a considerare il pensiero di Marx come totalmente ateo e quindi nemico della religione? Questo conflitto del resto ha generato rivalità storiche dall’aura quasi mitica come quella tra i partiti comunisti e quelli cristiani, immortalata poi in letteratura dalle figure di don Camillo e Peppone, emblemi di due mondi inconciliabili.

Urwissenschaft, preteoretico e mondo: Heidegger legge Fichte

L’VIII uscita di Pagine Heideggeriane ospita un contributo su Heidegger e Fichte per la penna di Luigi Daniele. Il saggio si dipana attraverso due direttrici fondamentali che sono, da un lato, la domanda riguardante lo statuto della filosofia ed il suo punto d’inizio assoluto; dall’altro, l’interpretazione fenomenologica del Non-Io proposta da Heidegger fa nel corso del ’29.

Linguaggi e tonalità emotive: tra crisi sociale e facebook

Come noto, infatti, ancora sino ad una decina d’anni fa – forse poco più –, le relazioni socio- culturali trovavano la forma prevalente di espressione attraverso i corpi di rappresentanza e di mediazione (partiti, associazioni, sindacati, organismi professionali, centri vari, ecc.), pur fragili nella loro declinante “solidità” – la liquidità li avrebbe resi evanescenti di lì a poco –, che fungevano da filtro della parola proferita.

Not in my filter bubble

Se la politica cambia insieme al modello di produzione allora nulla sarà più come prima. Il modo in cui viviamo, comunichiamo, interagiamo con il mondo è figlio della rivoluzione digitale. La straordinaria occasione per capire come questi fattori si siano collocati nello scenario italiano è fornita dalla storia, nient’affatto lineare e piena di ambivalenze e contraddizioni, del Movimento 5 Stelle.

Internet: opinione di massa ed economia del gratis

Il panorama che emerge dagli Internet studies è apocalittico. Basta mettere insieme i titoli dei saggi più famosi per farsene un’idea. La rete è il nemico, il sesto potere, un abisso che ci rende stupidi e ingenui, uno sciame digitale che provoca ossessioni collettive e demenza. Il dominio delle Big five sulla rete appare insuperabile tant’è che non resterebbe altro da fare – come suggerisce J. Lanier, un guru della rete – che disconnettersi e cancellare le tracce.

Dopo il libro

La nuova opinione pubblica che emerge dalla rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo ci lascia sconcertati per la sua impermeabilità ai discorsi canonici della modernità che modellavano la progettualità politica “illuminista” e progressista efficace ancora negli ultimi decenni del Novecento. Se un tempo proprio l’opinone pubblica poteva ambire a essere ciò che Habermas indicava come spazio discorsivo dialogico garante di una società democratica, è attualmente evidente la sua trasformazione retorica in ciò che De Certeau (La pratica del credere) aveva attribuito lacanianamente ai sondaggi: un “soggetto supposto sapere”, mera passività ideologica.

Senza mediazione la comunicazione è soprattutto propaganda

La comunicazione politica e sociale del secondo dopoguerra cambia per sempre nell’autunno del 1987 nel corso delle quattordici puntate dello show abbinato alla miliardaria Lotteria di Capodanno, in onda ogni sabato sera dieci minuti dopo la fine del Tg1 diretto dal cattolico Nuccio Fava. Il direttore generale della Rai Biagio Agnes – anch’egli cattolico, osservanza demitiana – dopo molti tentennamenti affida Fantastico 8 ad Adriano Celentano.