Dopo il libro

La nuova opinione pubblica che emerge dalla rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo ci lascia sconcertati per la sua impermeabilità ai discorsi canonici della modernità che modellavano la progettualità politica “illuminista” e progressista efficace ancora negli ultimi decenni del Novecento. Se un tempo proprio l’opinone pubblica poteva ambire a essere ciò che Habermas indicava come spazio discorsivo dialogico garante di una società democratica, è attualmente evidente la sua trasformazione retorica in ciò che De Certeau (La pratica del credere) aveva attribuito lacanianamente ai sondaggi: un “soggetto supposto sapere”, mera passività ideologica.

Senza mediazione la comunicazione è soprattutto propaganda

La comunicazione politica e sociale del secondo dopoguerra cambia per sempre nell’autunno del 1987 nel corso delle quattordici puntate dello show abbinato alla miliardaria Lotteria di Capodanno, in onda ogni sabato sera dieci minuti dopo la fine del Tg1 diretto dal cattolico Nuccio Fava. Il direttore generale della Rai Biagio Agnes – anch’egli cattolico, osservanza demitiana – dopo molti tentennamenti affida Fantastico 8 ad Adriano Celentano.

Una cassetta degli attrezzi per il postmoderno

L’avvento dei media e della comunicazione generalizzata ha segnato uno spartiacque decisivo nell’ambito della riflessione filosofica e della teoria sociale contemporanee, soprattutto a partire dalla fine degli anni ’70. Sin da subito è stato evidente il fatto che fosse in atto uno sconvolgimento radicale delle strutture ereditare dalla modernità: dalla comunicazione alle istituzioni sovrane, dalle forme di relazione ai modelli di produzione e di lavoro, nulla sembrava essere escluso da questo movimento vorticoso, tutto in divenire e quindi dagli esiti difficilmente anticipabili.

Dal governo rappresentativo alla oclocrazia digitale: il nuovo mito della comunicazione digitale

Dibattere sulla presente crisi del sistema rappresentativo di governo vuol dire muoversi su un terreno assai instabile. Se facciamo fede all’impostazione seguita da Bernard Manin nella sua analisi teorica sui governi rappresentativi, possiamo osservare come il sistema rappresentativo, pur essendosi conservato nel tempo, abbia presentato importanti mutamenti che ne denotano una grande attitudine alla flessibilità.

Il sonno della ragione collettiva: tra pluralismo e disobbedienza civile

Lo scontro istituzionale in corso tra alcuni amministrazioni locali e gli attori principali del governo giallo-verde rappresenta un precedente non inedito per la storia recente del nostro paese, dove più volte gli attori principali delle forze governative hanno trovato nelle amministrazioni locali di colore politico avverso forze oppositive o comunque di ostaggio rispetto agli scopi perseguiti con le loro politiche.

Cittadinanza e diritti umani

Il concetto di «cittadinanza», così come lo concepiamo ai giorni nostri, è il risultato di un lungo periplo storico razionale/irrazionale: la parola «cittadino» esisteva già da molto tempo, ma fino al termine del XVIII secolo non esisteva ancora la “qualità” della cosa, vale a dire l’universalità della cosa. Sinonimo comune di questo termine, nell’epoca in cui è stato coniato, nel XVIII secolo, è nazionalità.

L’educazione sentimentale. Fondamenti teorici e presupposti metodologici

L’educazione sentimentale si rivolge a una sfera della persona che precede l’eventuale concretizzazione del rapporto una volta che i due (o più) individui sono entrati in relazione: che sia la realizzazione di un’amicizia, dell’ingresso in un gruppo o in una squadra come anche di un rapporto amoroso, una corretta «alfabetizzazione» emotiva e relazionale è alla base della possibilità di allacciare relazioni sane ed equilibrate.

Il commento sulla notizia inesistente crea la norma presunta

Scopo sostanziale delle costituzioni, perciò, può essere ritenuto, tra gli altri, quello di accogliere la differenza (anche la radicale, simmetrica o asimmetrica, differenza), tradurla, rielaborarla, nettarla, riceverla. È questo il processo virtuoso che si apre all’interprete, è questa la necessità storica di fasi in cui il sentire comune si frantuma in più rivoli e magari uno d’essi pretende di travolgere tutti gli altri.

ESERCITARE IL PENSIERO “Per una storia del presente”

È ormai quasi un luogo comune: a traghettare le “società occidentali avanzate ”fuori dalla lunga crisi, che esse attraversano almeno dall’inizio del nuovo Millennio – crisi della rappresentanza democratica, crisi del lavoro e della produzione, crisi dei riferimenti simbolici e identitari – dovrà essere chi in questi anni va a scuola, o tutt’al più all’università.

Laicità e società multiculturale. Brevi considerazioni sul libro di Cinzia Sciuto, Non c’è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo (Feltrinelli, 2018)

Il libro si struttura all’interno di un percorso argomentativo che lascia pochi dubbi su cosa conti veramente per l’Autrice, su qual è il messaggio “politico” che lei intende lanciare: per esprimere la sua soggettività la persona umana ha bisogno di uno spazio pubblico improntato ai canoni della laicità e di una narrazione progressiva e libertaria dei diritti. Questo è il ticket attorno al quale Cinzia Sciuto costruisce il suo lavoro.